Sono quasi tutti ragazzi di vent’anni, che arrivano
dall’Africa sub-sahariana, dal Medio Oriente, dal Pakistan, dal Bangla Desh…
Parlano lingue e dialetti diversi ma hanno in comune lo stesso destino. Fuggono
da conflitti, povertà e persecuzioni, attraversano il Mediterraneo e rischiano
la vita, perché di vita ne vogliono una nuova, che garantisca pace, dignità e un
futuro migliore.
Nei loro sguardi c’è lo smarrimento di fronte a una realtà sconosciuta,
che non ha ancora preso forma. Ci sono la speranza, la voglia di opportunità ma
anche il senso di solitudine e sradicamento, che nasce dall’amore profondo per
la terra di origine, da cui sono dovuti scappare.
I giovani volti raccontano il diritto di esserci e di
desiderare quanto è stato negato, la fierezza di voler provvedere alle famiglie
rimaste lontano, la speranza di chi ha bisogno di sentirsi accolto, ma trova a
volte indifferenza e ostilità.
I ritratti dei ragazzi del Centro di accoglienza della
Croce Rossa di Bresso sono un’occasione per parlare dei milioni di persone che,
nel mondo, sono costrette a lasciare il proprio Paese e iniziano un cammino
irto di ostacoli, senza certezze, di cui non è noto il punto di arrivo.